Aumento del prezzo delle commodities: intervista a Ilario Vigani
Il prezzo dell’energia continua a salire, allarme costo dell’energia, aumenti in bolletta… I titoli dei giornali delle ultime settimane si assomigliano molto e questo perché il tema dell’aumento di gas ed energia elettrica coinvolge tutti quanti, dalle famiglie alle grandi industrie.
È proprio questo il tema dell’intervista all’Ing. Ilario Vigani, fondatore e presidente di IBT Group.
Se c’è una sensazione che si coglie immediatamente ascoltando un telegiornale o sfogliando news online è sicuramente la preoccupazione, ma andiamo per ordine, qual è l’origine di questo allarme generale?
Il problema è che tutti siamo costretti ad affrontare l’aumento del prezzo delle commodities, quindi il gas e il petrolio. Questo aumento affonda le sue radici nella crisi che dallo scorso anno ha coinvolto tutto il pianeta, nessuno escluso. Un forte sbilanciamento tra domanda e offerta ha dato il via a una serie di fenomeni speculativi che sono la diretta causa dell’aumento delle bollette, sia per le famiglie sia per le industrie.
Purtroppo non si tratta di un fenomeno nuovo e sicuramente non sarà l’ultima volta a presentarsi, molto spesso infatti, incertezza economica, guerre o catastrofi sono l’origine degli stessi fenomeni speculativi a cui stiamo assistendo anche in questo momento storico. Basta pensare alla crisi energetica del 1979 causata dalla rivoluzione iraniana dello stesso anno o a quella del 1973.
Qual è l’impatto di questo fenomeno sulle attività economiche?
Lavoriamo con tante aziende diverse, in diversi settori e in zone d’Italia differenti, ma la preoccupazione è certamente il sentimento che accomuna tutti quanti. Il timore delle nuove tariffe energetiche spaventa anche le realtà più solide!
Se a questo si aggiunge un aumento generale anche dei materiali, e non solo dell’energia, il quadro finale è ancora meno incoraggiante.
Dal nostro punto di vista, certamente non possiamo offrire una bacchetta magica ma possiamo intervenire sull’efficientamento energetico: la bolletta aumenterà inevitabilmente per tutti, poiché aumenteranno le tariffe, ma con un intervento che mira all’efficienza energetica, anche il risparmio sarà possibile.
In altre parole, intervenendo per creare un saving energetico, si genererà anche un saving economico.
L’efficientamento energetico come chiave di svolta dunque. Approfondiamo le cose.
Quando si parla di efficientamento energetico, ci si riferisce a tutti quegli interventi che portano a incrementare l’efficienza energetica. Lo scopo principale è di migliorare il rendimento di un processo specifico così da ottenere lo stesso risultato ma con meno consumi e meno emissioni. Si tratta di interventi che si possono applicare ai settori più diversi, ma che non si limitano a diminuire il livello di consumi spegnendo gli impianti o abbassando il ritmo della produzione.
L’adozione di impianti di cogenerazione e trigenerazione, ad esempio, appartiene proprio alle attività che mirano a un incremento dell’efficienza energetica: nel primo caso si prevede la produzione in contemporanea di energia elettrica e termica, mentre il secondo comporta un’ulteriore fase di produzione di acqua refrigerata. In entrambi i casi, riducendo il consumo di energia primaria, si ottiene una riduzione considerevole delle emissioni di anidride carbonica.
Come stanno rispondendo i Governi e le istituzioni all’aumento del costo dell’energia?
I bonus e gli incentivi di cui si sente parlare sono dedicati per la maggior parte a famiglie e persone a basso reddito, l’industria sta ricevendo meno supporto e dovrà cavarsela puntando soprattutto sulle sue forze.
Il PNRR non fa parte di queste misure?
Certamente, la Componente 3 della Missione 2 del PNRR include proprio misure di efficientamento energetico per un totale di oltre 22 miliardi; tuttavia molti imprenditori sono in attesa di chiarimenti e di decreti legge che rendano possibile usufruire di questa possibilità.
Iniziative già in atto, come i Titoli di Efficienza Energetica o la defiscalizzazione del gas naturale per cogenerazione, non sempre sono sufficienti per dare il via a un investimento come quello richiesto da un impianto di cogenerazione.
Tuttavia investire nell’efficienza energetica, piuttosto che nel semplice risparmio, rimane la via più sicura e concreta per fronteggiare qualsiasi problematica legata al costo dell’energia. Infatti, anche se il costo dell’energia smettesse di fluttuare, non si assesterebbe su cifre molto più basse rispetto a quelle che stiamo vedendo, per questo è necessario agire sul processo produttivo e sull’autogenerazione: per garantirsi un futuro meno incerto.
Quali sono le previsioni per i prossimi mesi?
Studi ed esperti sostengono che i prezzi continueranno a salire fino a metà del 2022, durante la seconda metà dell’anno cominceranno probabilmente ad assestarsi ma non torneremo mai a una situazione pre-pandemica. Per questo motivo un percorso di efficientamento energetico diventa la soluzione più logica per le imprese.
Aggiungo che, volendo cercare di capire come si evolverà il mercato energetico, l’Italia difficilmente riuscirà a produrre più energia di quanto non stia già facendo. Certamente gli impianti fotovoltaici, eolici, a biomasse o biogas supporteranno un percorso di maggiore autonomia energetica, tuttavia dovremmo continuamente importarla dall’estero.
In quest’ottica, scusate se mi ripeto, tutti gli interventi mirati a migliorare l’efficienza energetica risultano nuovamente la soluzione migliore per le imprese italiane.